Messi alla prova: L'immagine del mondo racchiusa in un gioco

ARTICOLO DI EZIO ZANINI

Tra i primi documenti che testimoniano l'avvento del gioco degli scacchi in Europa vi è il romanzo Ruodlieb(1) della prima metà dell'XI secolo, nel quale si narra di una serie di partite a scacchi, fatte dal protagonista, inviato come ambasciatore di pace presso un Re straniero, per dar prova d'abilità, e venire accettato a corte.(2)

Ruodlieb si scontra con il maestro di palazzo risultando talmente abile da indurre il sovrano a dare ascolto alle proprie parole.

Il Re vuole, anzi, misurarsi di persona con il protagonista delle vicende eroiche, per saggiarne l'autentico valore; riconosciuta infine l'abilità e la saggezza del proprio interlocutore, si decide a rispondere alle richieste dell'inviato con generosità e ricchi doni.

Attraverso il gioco, quindi, il sovrano può sondare ed apprezzare le intenzioni e la natura del protagonista che si profila come primo prototipo di eroe cortese.

L'abilità nel gioco e la capacità di risolvere enigmi, infatti, viene successivamente esaltata in molti romanzi e scritti dell'epoca.

Veri antesignani dei temi classici della letteratura cortese, questi argomenti, ampiamente ripresi ed elaborati nella copiosa produzione di poeti e trovatori medievali nei secoli successivi, diverranno parti centrali in molti testi .(3)

In una grande varietà di episodi, presenti nei cicli arturiani medievali, per esempio, mentre gli eroi sono impegnati in tornei, tenzoni e varie avventure, compaiono prodigi, coppe incantate, imprevedibili marchingegni e misteriose scacchiere magiche che mettono costantemente alla prova l'intelletto e la perspicacia dei protagonisti .(4)

Così il gioco degli scacchi, che racchiude idealmente in sé tutti gli aspetti legati alla Cerca dell'eroe, finisce per acquisire, nel corso dall'XII-XIII secolo, una serie di valori simbolici ed allegorici, legati a funzioni e potenzialità dei pezzi messi in gioco. Si adatta, in pratica, ad interpretare i valori del mondo feudale occidentale, per assurgere a vera e propria imago mundi .(5)

Mentre l'enigma e l'indovinello risultano, nella letteratura dell'epoca, sempre più prepotentemente presenti nella vita del paladino (che, al pari di ogni essere umano, deve ritrovare le risposte che riconducono al perduto cammino per adempiere al proprio destino), storicamente, gli scacchi finiscono per rientrare tra le proibitates richieste alla nobiltà(6) : saper giocare è un'abilità distintiva, di ogni buon cavaliere.

Il cavaliere ideale, infatti, aspira costantemente per sua natura ad un fine più alto, sia esso onore, supremazia materiale, od un superamento dell'esistenza terrena e non può esimersi pertanto di confrontarsi, in gioco, dando prova del proprio intuito, fantasia e capacità di ragionamento, utilizzando, pertanto, le principali funzioni mediante le quale l'uomo esterna il suo desiderio di assoluto .(7)


NOTE

1) Cod. München, Bayerischen Staatsbibliothek, Lat. Mon. 19486, frammento IV, vv. 187-230.
F. Seiler (a cura di), Ruedlieb, der älteste Roman des Mittelalters, nebet Epigrammen; mit Einleitung, Anmerkungen und glossar, Halle Buchhandlung des Waisenhauses, 1882.

2) La formazione e le avventure del primo eroe cortese, Firenze, SISMEL – Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2003, pp. 34 – 37.

3) J. Markale, L'Epopée celtique d'Irlande, nuova ed. riveduta e aumentata, Payot, Paris, 1993.

4) G. Agrati, M.L. Magini (a cura di), GOFFREDO DI MONMOUTH, Storia dei Re di Britannia, Ugo Guanda Editore, 2005.

5)S. Melani, Metafore Scacchistiche nelle Letteratura Medievale di Ispirazione Religiosa: i "Miracles de Nostre Dame" di Gautier de Coinci, in "Studi Medio-Latini e Volgari", vol. XXXV, Pisa, Pacini Editore, 1989, pp. 141 – 173.
M. Ciccuto, In figura di Scacchi, Spazi di stoire tardogotiche, in Passare il tempo. La letteratura del gioco e dell'intrattenimento dal XII al XVI secolo. Atti del Convegno di Piacenza, 10 – 14 Settembre 1991, vol. 2, Roma, Salerno Editrice, 1993, qui vol I, pp. 91 – 103.

6) PETRUS ALFONSI, Disciplina Clericalis, nell'edizione a cura si Alfons Hilka - WERNER SÖDERHJELM, Die Disciplina Clericalis des Petrus Alfons, Exempla aus Handschriften des Mitterlalters, Heidelberg, Carl Winter's Universitätsbuchhandlung, 1911, p. 11.

7) J. Hizinga, Homo ludens, Piccola biblioteca Einaudi – Storia, 2002, pp. 55 – 89.

 

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